Cosa insegna la serie TV?
Il “financial thriller” che commuove e spaventa
Dal libro bestseller di Guido Maria Brera, pubblicato dalla casa editrice Rizzoli, viene tratta la storia della serie TV “Diavoli”: Patrick Dempsey e Alessandro Borghi vestono i panni di Dominic Morgan e Massimo Ruggero, due investment bankers (figura di cui vi abbiamo parlato in questo articolo), che portano avanti una guerra, soprattutto sociale e personale, che usa la finanza come principale arma di battaglia.
Seppur sia vero il fatto che, in fin dei conti, le rappresentazioni televisive contengono in esse sempre un’elevata percentuale di finzione, alcuni dei meccanismi e degli atteggiamenti propri delle figure che con la finanza lavorano e vivono, sono assolutamente corrispondenti alla realtà. In primo luogo, si può notare, osservando attentamente le puntate della serie, come gran parte delle scene si svolga quasi esclusivamente nei luoghi di lavoro dei personaggi. Spesso e volentieri, abbiamo assistito a momenti in cui gli attori coinvolti mostravano di alzarsi estremamente presto al mattino, ed andare a dormire molto tardi la sera: si può agevolmente comprendere come, simili occupazioni in ambito finanziario, per quanto diano luogo a guadagni e stipendi elevati, richiedano una mole di lavoro che non tutti sarebbero in grado di sostenere.
Numerose volte, senza voler fare spoiler di alcun tipo, le interazioni sociali ed il tempo da dedicare a sé che i professionisti finance posseggono, sono quasi del tutto nulli: la tendenza è quella di rinunciare ad importanti appuntamenti familiari, ad una cena con il proprio consorte, oppure ad una semplice uscita con gli amici, poiché il ruolo professionale sembra essere l’assoluta priorità per tutti i coinvolti nella narrazione. Al contrario, quei pochissimi momenti dedicati alle questioni di natura privata, vengono comunque portati avanti sul luogo di lavoro: telefonate, messaggi, appuntamenti, avvengono dinanzi ad un pc pieno di numeri che non può essere abbandonato, pena il licenziamento od una discesa nella scala gerarchica dell’azienda.
La finanza del “mondo reale”
Alla NYL, istituto bancario protagonista di gran parte degli avvenimenti di Diavoli, si mettono in pratica i concetti di finanza che, anche noi stessi studenti ed appassionati del settore, cerchiamo di proporvi in modo semplice ed intuitivo. Vengono citate, nel corso delle puntate, parole come IPO, Buyouts, acquisizioni, inflazione (trovate qui il nostro ABC Finanziario): la trama assume tutto un altro senso nel momento in cui lo spettatore ha ben chiaro il significato di questi termini. Il carattere dei singoli protagonisti viene ancora più fortemente rimarcato nel momento in cui si è capaci di comprendere anche il loro modo di operare finanziariamente: perché Massimo, dinanzi ad un ad una possibilità di investimento idealmente poco redditizia, ho preferito consigliare di ridurre l’IPO dell’altra azienda? E perché invece il suo acerrimo rivale avrebbe fatto totalmente l’opposto? Dinanzi a tali questioni, è possibile maturare delle proprie risposte coscienti, ma alla base, è necessario che ci sia una profonda certezza sul senso delle tematiche finanziarie fondamentali.
Con tutta probabilità, potrebbe essere proprio uno degli obiettivi più nascosti della serie, quello di portare a galla una rinnovata coscienza in merito alla necessità che ci sia, in generale, di comprendere più a fondo quello che succede nel momento in cui ci si approcci alla finanza: in realtà, Diavoli fa comprendere come non serva necessariamente lavorare all’interno di una banca per prendere parte alle dinamiche finanziarie che ci circondano tutti i giorni. Al contrario, la finanza siamo tutti noi. Conferma questa affermazione l’inizio della seconda stagione: il sipario si apre permettendoci di osservare una carrellata di video cui la nostra mente non può esimersi da ricordare. È il 2016, e si avvicina il momento di decidere per la Brexit, ed al contempo negli Stati Uniti, Trump cerca con tutte le sue forze di vincere le elezioni presidenziali. Si comincia molto presto ad intuire, tra l’altro, come anche un nuovo nemico dell’umanità stia facendo la sua apparizione: si sente vociferare della presenza di una malattia, che parte dalla Cina, e che potrebbe dare problemi a varie economie mondiali. Massimo ed i suoi rivali, per poter brillare nel loro lavoro, lottano non sulla bravura nell’analizzare delle cifre, bensì nella velocità e capacità profonda di comprendere le persone ed i propri comportamenti. Solo con questi elementi, il più bravo avrà modo di guadagnare.
Diavoli ce lo dice senza se e senza ma: la finanza è un lavoro duro, ricco di sorprese, spesso anche negative. Non sono solo però gli affaticati banchieri a decidere le sorti delle nostre economie: bensì ognuno di noi, seppur nel suo piccolo, ne è direttamente responsabile. Si arriva a creare danni, come ha dimostrato lo stesso Dominic Morgan, proprio nel momento in cui l’egoismo e la brama di denaro superano la volontà di operare al meglio e creare un mondo migliore.
Si tratta di Diavoli dunque, oppure solo di severi insegnanti?