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La “scossa” alla Borsa arriva dagli Emirati Arabi

eletrodotti su sfondo pittoresco

IPO e costi per singola azione senza precedenti

Scossa? Va bene!

Il Financial Times, questa mattina, ci ha voluto dare il “buongiorno” con una notizia che presenta numerosi spunti di riflessione. Esattamente come nel tormentone mediatico da cui deriva il nome di questo paragrafo, anche in questo caso, gli investitori dovranno essere particolarmente attenti alle loro prossime mosse, pena la “scossa”: sfidare la Dubai Electricity & Water Authority, potrebbe infatti essere non la migliore delle idee. Ma facciamo un passo indietro.

Si accende la “lampadina”: nuove idee per nuovo capitale

L’impresa di cui si è parlato poco fa, non è nient’altro che la fornitrice monopolista di acqua ed elettricità degli Emirati Arabi: distribuisce questi beni a circa 3,5 milioni di persone. Ultimamente, tuttavia, vi è stata un’impennata delle richieste e delle necessità d’erogazione di entrambi gli elementi precedenti, dovuta alla:

  • minore stringenza delle misure di contenimento della Pandemia, che hanno permesso una ripresa del settore dei trasporti, del turismo, e del commercio in generale;
  • riapertura di alcuni confini nazionali, permettendo all’economia del Paese di rimanere più aperta, attiva e facilmente fruibile;
  • volontà nazionale di investire in progetti innovativi, legati in particolare al mondo delle criptovalute;
  • prosecuzione di un rapporto di collaborazione con la Russia, nonostante il conflitto in atto;
  • tendenza a voler privatizzare numerosi servizi ed imprese, che prima, erano invece pubblici.

Se da un lato, va da sé comprendere come le prime tre questioni evidenziate, abbiano come diretta conseguenza un incremento del bisogno di risorse idriche ed elettriche, dall’altro, le ultime due conducono ad altri tipi di risultanze.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno preferito rimanere neutrali, senza apporre pressione sullo Stato guidato da Vladimir Putin, con cui al contrario, operano secondo politiche ed accordi comuni legati al petrolio. Questo aspetto permette agli arabi di concentrarsi di più sulla produzione e la commercializzazione di altri beni, diversi dall’oro nero.

L’ultimo punto, invece, è quello più articolato. Vista la previsione di aumento della popolazione degli Emirati a 6 milioni entro il 2040, il Governo, ha voluto correre ai ripari per non dover affrontare tutte le spese legate alla gestione pubblica delle forniture. Così come l’acqua e l’elettricità, altri servizi estremamente importanti come quelli connessi all’impiantistica per il riscaldamento e raffreddamento, diventeranno a gestione privata. È per questa ragione che, con la quotazione in borsa dell’unica azienda degli Emirati in grado di fornire risorse idriche ed elettriche, gli investitori, non hanno potuto fare altro che non “lottare” per accaparrarsi alcune delle sue quote. La Dubai Electricity & Water Authority, si è infatti presentata al pubblico dei mercati azionari con un’offerta iniziale di più di 6 miliardi di dollari. Il valore finale delle azioni, grazie all’elevata domanda, ha infine raggiunto un totale di 86 miliardi, collezionati grazie all’intervento di investitori sia locali che internazionali. 

Insomma: nonostante la situazione possa sembrare “elettrizzante”, visto il grande fermento presente in questo momento, la speranza è quella che, alla fine, non siano i cittadini a pagarne il prezzo più alto.

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