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Venture Capital: 1 miliardo alle startup italiane nei primi sei mesi del 2022

Venture capital

Gli investimenti in startup in Italia hanno visto anche nel primo semestre di quest’anno un netto rialzo, con la maggior parte delle operazioni concentrate nel settore dell’ ICT e, dal punto di vista geografico, in Lombardia, Lazio e Piemonte. Tali dati si rilevano dal Rapporto di ricerca Venture Capital Monitor – VeM che evidenzia come nel primo semestre dell’anno, in Italia si siano registrate 161 operazioni in startup per un ammontare complessivo di circa un miliardo (957 milioni) di euro, valore più che raddoppiato rispetto ai 429 milioni (con 141 operazioni) del primo semestre 2021.

Il primo semestre 2022 si è chiuso con 172 operazioni (initial e follow on) contro i 153 dello scorso anno (+12%). Se si guarda solo ai nuovi investimenti, initial, questi sono stati 157 rispetto ai 137. 
«I numeri sorprendenti, per un primo semestre dell’anno così complicato per via degli scenari economici e politici che si stanno sviluppando, mostrano che l’innovazione è fondamentale per permettere all’economia di avanzare anche e soprattutto nei momenti di crisi» sottolinea Innocenzo Cipolletta,presidente AIFI, l’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt.

Di contro, si registra un rallentamento sull’ammontare investito in realtà estere fondate da imprenditori italiani che passa da 379 milioni a 176 milioni di euro, con un numero di operazioni in linea con l’anno precedente (11 round rispetto ai 12). Tuttavia, sommando gli investimenti in realtà italiane ed estere, il totale complessivo si attesta a 1,1 miliardi di euro (erano 808 milioni nel primo semestre 2021).

Dal punto di vista settoriale, l’ICT monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital, rappresentando una quota del 40%. L’ICT è costituito per un 41% da operazioni su startup nel comparto dei digital consumer services, e per il 59% su società con focus su enterprise technologies. A seguire, il 10% degli investimenti initial è stato diretto verso i servizi finanziari (fintech) e l’8% verso l’healthcare.

A cura di: Lorenzo Scimò

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