Curiosità

Influencer umano o virtuale?

Tutti sappiamo chi è e che ruolo svolge l’influencer, diventata una figura di cui ormai non possiamo fare a meno, e seguiamo sui nostri social. Si tratta di personaggi del web, i quali attraverso la propria immagine e con il supporto di una squadra ad hoc, dedicano il loro tempo, quotidianamente, e il lavoro alla crescita della loro community, creando contenuti in grado di coinvolgere molte persone, ricavandone somme di denaro, determinando scelte di migliaia di, a volte milioni, di persone.

Per questo motivo, diversi brand, già da qualche tempo hanno deciso di avviare delle collaborazioni con loro, dando vita al cosiddetto “influencer marketing”, fenomeno che solo l’anno scorso ha fatturato 13.8 miliardi di dollari.

Però vi è una novità che nell’ultimo periodo non ha lasciato indifferenti ed è diventata sempre più frequente, ed è data dai “Virtual Influencer”, già presenti in Asia, soprattutto in Cina, diventati virali anche grazie ad aziende come la ByteDance, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo. Queste figure stanno spopolando anche in Italia, con le gemelle “Eli e Sofi”, di cui la creatrice è una siciliana Elisa Nieli.

Ma cosa e/o chi sono?

Si tratta di una nuova categoria di influencer nati grazie a degli esperti di grafica computerizzata e dall’intelligenza artificiale. A primo impatto potrebbero sembrare umani dall’aspetto perfetto, forse con qualche filtro in più, ma che in realtà sono completamente diversi da quelli alla quale siamo abituati.

In pratica sono dei personaggi in 2D o 3D creati e animati dal computer, per comportarsi e apparire come degli umani, interpretando sui social il ruolo dei modelli e dei tester, disegnati appositamente a supporto di grandi brand, presentandosi come figure che possono avere un impatto positivo.

Ma perché le aziende sono incentivate a lavorare con loro?

I vantaggi sicuramente che potremmo trovare sono diversi, primo tra tutti i costi. Questi avatar, hanno costi decisamente inferiori rispetto a quelli reali, ciò è dovuto anche al fatto che le aziende non devono “regalare” ogni volta i prodotti, ma semplicemente venderne i diritti di sfruttamento d’immagine. Per non parlare poi dei costi in merito ad eventuali pernottamenti, viaggi o condizioni degli stessi influencer, in quanto gli questi possono apparire ovunque e in qualsiasi momento e luogo contemporaneamente.

Un altro motivo per la quale le aziende sono incentivate è sicuramente l’espansione del brand nel mercato asiatico, più nello specifico in quello cinese, in quanto possono essere “più controllabili”, da un punto di vista social, rispetto a delle celebrità umane.

Ultimo e non da meno, non hanno bisogni fisiologici, brutto da dire così però, essi non possono ammalarsi, saranno sempre in forma e non invecchieranno, insomma sono eterni.

Però se da un lato alcune aziende, hanno già adottato delle collaborazioni con gli influencer di questo tipo, trovandone vantaggi economici e non, altre hanno ancora alcune perplessità, in quanto essi hanno la capacità di imitare e copiare l’essere umano e il suo stile di vita, ispirandone fiducia e diventando un punto di riferimento per la community; però ciò che gli manca è il “lato umano”, l’emozioni che solo una persona in carne ed ossa può dare. Dunque può essere rischioso.

La domanda da porci ora è: “In futuro seguiremo più Influencer virtuali?”

La risposta è che non possiamo fare altro che attendere le reazioni degli utenti dei social, e vedere se rimarranno sempre più affascinati con il tempo dagli influencer virtuali, oppure rimarranno fedeli a quelli umani.

A cura di: Daniela Palermo

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