Siamo a poco più della metà di dicembre e si iniziano a tirare le somme…
Nonostante la forte crescita dell’inflazione, il caro energia e non da meno il rialzo delle materie prime, che hanno portato differenti problemi a famiglie e imprese, il 2022 è stato un anno da record per l’Italia, che ha visto una crescita economica incrementata del doppio rispetto a quella dell’anno precedente, ma soprattutto rispetto a quella dei principali “competitors” commerciali nella UE.
In Italia il PIL (Prodotto interno Lordo, ovvero la somma dei beni e servizi finali prodotti in un paese in un periodo di tempo), è aumentato del +2,6%, in Germania è cresciuto di circa la metà (+1,3%) mentre in Francia in misura ancora più ridotta circa l’1%.
Ad elaborare questi dati questi dati è stato l’Ufficio studi della Cgia, secondo il quale il nostro paese ha “sbaragliato tutti dimostrando di esserci lasciati alle spalle con successo la crisi pandemica..” .
Infatti sebbene gli effetti provocati dall’evento COVID-19 siano stati più negativi in Italia, rispetto a Berlino e Parigi, il nostro Paese, analizzando il periodo dal terzo trimestre 2020 al terzo trimestre 2022, è riuscito ad essere superiore a quello dei nostri competitori, dove il PIL è aumentato del +7,5%, a differenza di Francia e Germania in cui l’incremento è stato rispettivamente del +4,6% e +3,2%.
Questa ripresa del PIL, nello specifico del nostro Paese è data: per la maggior parte dai servizi quali PA, commercio, turismo, servizi alle imprese e alle persone; per il 20% dall’industria, dalle costruzioni e dal settore primario.
La Cgia aggiunge e sottolinea che in questi ultimi due anni, l’economia si è decisamente rafforzata, e che “dovremmo avere meno problemi degli altri a fronteggiare questo nuovo scenario avverso”.
Nonostante ciò però si prospetta un 2023 un pochino difficile, infatti nella zona Europa, affiorano pensieri e venti di crisi abbastanza preoccupanti.
Quale risultato dovremo aspettarci allora il prossimo anno?
Positivo o negativo?
A cura di: Daniela Palermo
