Se da una parte la società industriale, dai tempi di Marx in poi è stata segnata dalla raccolta anche ingente di materie e di merci, oggi, dall’altra parte, si sta assistendo al fenomeno opposto.
L’aumento della complessità sociale e le nuove tecnologie hanno cambiato in modo netto l’assetto della società, portando a una progressiva smaterializzazione di merci e di capitali, anche finanziari.
Si può considerare una delle principali conseguenze dell’industrializzazione del ventesimo secolo proprio il fatto che gli oggetti materiali non sono più una risorsa scarsa e nuova ricchezza è stata creata con l’immateriale. Non è un caso che i paesi più ricchi possono contare proprio su ingenti disponibilità di risorse non solo materiali, ma anche immateriali.
Cosa si intende per dematerializzazione dell’economia
Ciò che chiamiamo dematerializzazione coinvolge anche l’economia. Infatti se quando si parla di un bene immateriale possiamo considerare tanto il miglioramento dell’efficienza dei processi produttivi quanto la loro sostituzione con processi equivalenti o con servizi intermedi; se parliamo di dematerializzazione dell’economia intendiamo soprattutto tutto ciò che riguarda la riduzione dell’uso di materie prime nell’economia e l’impiego dell’impatto ambientale, aumentando la produttività delle risorse naturali..
Alcuni esempi concreti
Concretamente, quando si parla di de materializzazione dell’economia intendiamo tanto il processo di riduzione delle materie tangibili, nel campo finanziario questo riguarda ad esempio l’uso di moneta virtuale e di servizi finanziari che si svolgono sempre di più su circuiti virtuali.
Ma questi processi si possono applicare a quasi tutti i campi della vita sociale con l’obiettivo di rendere più agevoli tutte le pratiche di tipo amministrativo, non solo all’interno di banche o circuiti finanziari, ma anche in settori come quello delle amministrazioni pubbliche, con conseguente miglioramento delle spese.
Anche nelle università ad esempio dal 2017 si è iniziato a parlare di dematerializzazione delle pratiche amministrative con la semplificazione delle procedure di redazione e conservazione dei documenti amministrativi, favorendo i flussi interamente digitali; la digitalizzazione delle procedure quali richieste di ferie, malattia, permessi e missioni; il voto in modalità telematica per le consultazioni elettorali. Queste pratiche hanno consentito il risparmio annuo di circa 15 tonnellate di carta, pari a 18 tonnellate di CO2 per singolo Ateneo.
Inoltre in molte realtà è stato avviato un progetto di Print Management per ridurre i processi di stampa mediante utilizzo di macchine multifunzione condivise in rete, abilitate a diverse funzioni così da ridurre le apparecchiature di stampa personali, monitorare e gestire i flussi di stampa, migliorare la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro, collocando le stampanti in locali dedicati.
L’utilizzo delle stampanti multifunzione ha consentito una riduzione annua dell’uso di carta pari a 200 tonnellate e dell’immissione di CO2 nell’atmosfera pari a 25 tonnellate.
Naida De Angelis