Come ed in che modo il Conflitto in atto sta impattando sulle cucine italiane?
Il “granaio d’Europa”
Tra le apparenti motivazioni per le quali Putin abbia deciso di iniziare il proprio attacco nei confronti dell’Ucraina, vi sono dei ragionamenti non solamente di tipo geopolitico. Al contrario, come riportato da newsfood, le “pallottole” sparate hanno degli effetti diretti sull’agricoltura e su tutto il settore del cibo di quasi ogni Paese nel globo. Oltre ad aumentare il tasso di inflazione (vi spieghiamo qui di cosa si tratti) in varie aree del mondo, anche nel Bel Paese gli attacchi russi stanno lentamente logorando numerose economie dall’interno.
Come anticipato, ad essere fortemmente intaccata è proprio una delle attività favorite di uomini e donne di tutto il mondo: stare a tavola. Condividere un pasto con i nostri cari o con chi più amiamo, da questi giorni in poi, avrà via via un prezzo sempre più alto. Tutto questo, andrà a succedere a causa della scarsità di risorse che, in tempi precedenti al conflitto, venivano prodotte ed esportate dallo Stato con a capo Zelensky. Di fatto, come esplicato dallo stesso magazine, l’Ucraina vanta il nome di granaio d’Europa proprio poiché risulta essere:
- ottava nel mondo nelle esportazioni di frumento;
- prima in Europa per la presenza di terreni seminativi e per export di girasoli ed il loro olio;
- medaglia d’argento, sempre a livello globale, per la produzione di orzo ed al quarto posto, per l’export di quest’ultimo;
- nelle prime posizioni mondiali, infine, anche per la produzione ed esportazione di mais, patate, e segale.
E non è tutto!
Si può, per queste ragioni, comprendere molto facilmente come l’assenza di continuità nella produttività di tali elementi fondamentali per l’alimentazione umana ed animale, abbia un impatto diretto sulle nostre tavole: come risultato, si avranno dei prezzi estremamente elevati su specifici beni, come quelli elencati sopra. Ma in che modo l’Italia sta cercando di trovare soluzioni?
La risposta italiana
Il Corriere di Romagna propone un interessante spaccato sull’azienda “Deco”, produttrice di biscotti e prodotti dolciari di varia natura. Stando alla notizia, numerose aziende del settore stanno incontrando forti difficoltà nel reperire principalmente l’olio di semi di girasole, elemento indispensabile per sfornare le delizie quotidianamente presenti sulle nostre tavole: la sua percentuale di utilizzo per i prodotti da forno, in genere, è quasi paragonabile a quella dello zucchero. Gli agricoltori e gli oleifici, a tal proposito, sembrano non riuscire a garantire alcun tipo di continuità nella distribuzione delle forniture del bene.
Numerosi agricoltori stanno provvedendo a ri-orientare le loro produzioni riversando proprio sui girasoli, mentre altre realtà del settore del dolce, stanno testando l’utilizzo di oli alternativi come quello di mais, di soia, e di colza, tenendoli come opzioni disponibili in caso di ulteriori “scossoni” nel mercato. Le intenzioni per il futuro, ad oggi, seppure un po’ incerte, sono però convergenti in termini di due punti principali: la volontà di proporre produzioni sostenibili, e di non lasciare da sole le imprese che, proprio di questi beni, vivono.