Il progetto InterSpac
Avete mai sentito parlare di InterSpac? Sapete che cos’è l’azionariato popolare?
Se non lo sapete non preoccupatevi, ve lo spiegheremo nel seguente articolo.
L’obiettivo del progetto InterSpac è quello di diffondere l’azionariato popolare nell’ F.C. Internazionale Milano, o più semplicemente Inter, anche se le vedute sono più ampie, in quanto tale modello sull’azionariato popolare potrebbe essere efficace per intero calcio italiano, nonché mondiale.
L’azionariato popolare si può definire come una diffusione della proprietà azionaria presso il pubblico dei tifosi. Si parla di un pubblico potenzialmente molto elevato di tifosi (centinaia di migliaia) che entrano nel capitale sociale della squadra che amano, diventando così i proprietari stessi di tale squadra.
Esistono già diversi club di fama mondiale che sono strutturati sulla base di questo modello, come il Real Madrid, il Barcellona e la quasi totalità delle squadre tedesche; nel modello italiano però ci sarebbe una notevole differenza rispetto a questi casi: questi club sono nati come azionariato popolare, cioè sono stati creati attraverso associazioni in cui erano iscritti un numero molto elevato di soci (tifosi), mentre quello che si propone in questo progetto sarebbe un caso unico. Un caso unico a livello mondiale, perlomeno nel calcio, dove i tifosi si mettono insieme per entrare nel capitale di una società che già esiste, e comprarla da un investitore che molto spesso, nel caso delle società italiane, è estero.
Le motivazioni principali alla base di questa idea sono legate in primis al desiderio di garantire una stabilità che negli ultimi anni in molte squadre italiane, ed in particolare nell’Inter, non c’è stata, in quanto la società negli ultimi dieci anni ha avuto ben tre proprietari differenti (Moratti-Thohir-Zhang); ma allo stesso tempo anche al desiderio di dare ai club una connotazione prevalentemente italiana.
Ci sarebbero però delle difficoltà importanti da superare, che sulla base delle dichiarazioni rilasciate dal Prof. Carlo Cottarelli, presidente di InterSpac, possono essere riassunte in tre punti: organizzazione, governance e sostenibilità finanziaria.
Dal punto di vista organizzativo, occorrerà un adeguata organizzazione per coordinare un numero potenzialmente molto elevato di tifosi, ma allo stesso tempo anche imprenditori, manager e professionisti che potrebbero metterci individualmente qualcosa di più del “piccolo tifoso” e si porrebbero anche coinvolgere, come nel caso del F.C. Bayern Monaco, alcuni pillar investor (nel caso del Bayern sono Adidas-Allianz-Audi).
Una chiara struttura di governance a questo punto è estremamente importante: il modello da adottare pensato da Cottarelli potrebbe essere quello utilizzato dalle squadre tedesche, ovvero un modello duale caratterizzato dalla presenza di un comitato di sorveglianza, che viene eletto dall’assemblea generale degli azionisti, e il comitato di gestione.
Il comitato di sorveglianza ha al suo interno dei membri rappresentanti dei tifosi nonché di tutti gli azionisti in generale, e i suoi compiti sono principalmente due: nominare il comitato di gestione (che è quello che operativamente andrà a gestire il club, quindi definirà la strategia e l’andrà ad implementare) e supervisionare il suo operato.
Dal punto di vista della sostenibilità finanziaria, i vantaggi alla base dell’azionariato popolare sono principalmente tre:
1→ l’immissione di capitale dei tifosi non richiede remunerazione; un piccolo tifoso non compra un pezzo, in questo caso dell’Inter, perché vuole avere un rendimento, ma lo fa solamente per amore e passione per la propria squadra.
Per questo, l’immissione di capitale dei tifosi che non richiede remunerazione, consente di risparmiare e di sostituire debito con equity, debito con capitale che rimane alla società e questo consentirebbe di risparmiare per squadre di una certa dimensione decine di milioni in spese d’interessi ogni anno.
2→ l’esperienza dei club, soprattutto quelli tedeschi ad azionariato popolare, suggerisce che le entrate relative al merchandising, allo stadio e alla pubblicità, possono essere più elevate in presenza di azionariato popolare perché si crea un legame ancora più stretto tra i tifosi e la società.
3→ nelle squadre caratterizzate da azionariato popolare c’è un modesto contributo annuale, che per i piccoli tifosi può essere di 50/60 euro come quota associativa. Ad esempio, chi investe 1000 euro potrebbe impegnarsi ad investire il 5% di questo ogni anno, ma questo andrebbero a farlo anche gli investitori più grossi e così facendo ogni anno si raccoglierebbero importanti somme di capitale.
Quindi, è accettabile credere che quello che viene fatto da un miliardario che viene dall’estero non possa essere fatto da centinaia di migliaia di tifosi italiani?
In conclusione, c’è da dire che il progetto Interspac doveva essere presentato entro la fine del 2021, ma ad oggi è ancora in corso d’opera. Si sta lavorando al business plan grazie alla collaborazione con Monitor Deloitte, ma il presidente Cottarelli ha preferito di recente non rispondere sulle possibilità di acquisto del club. L’idea è quella di evitare di “irritare” ulteriormente il presidente Zhang, che durante l’assemblea dei soci di qualche settimana fa ha fatto intendere di non gradire particolarmente determinate voci sul futuro societario.
Le intenzioni di Suning non sono cambiate. Per sedersi attorno a un tavolo e trattare le quote di maggioranza serve circa un miliardo di euro. E rispetto alla scorsa primavera va considerato il prestito garantito da Oaktree per 275 milioni. Se entro tre stagioni non verrà restituito con i relativi interessi, saranno gli americani a diventare il socio di maggioranza.
Dal momento che, in Italia, ad oggi, manca una normativa che definisca in maniera chiara le varie forme di azionariato popolare e soprattutto che inserisca incentivi all’utilizzo di questo particolare tipo di partecipazione sociale, secondo voi il progetto può andare a buon fine?