Ultimamente si sente sempre parlare di PNRR, ma sapete che cos’è?
Tranquilli, cercheremo di spiegarvelo in parole semplici e di illustrare quali sono i suoi obiettivi.
Il PNRR, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è il documento che ciascuno Stato membro dell’Unione Europea deve predisporre per illustrare come intende gestire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next Generation EU (NGEU).
Il NGEU, meglio noto in Italia con il nome di Fondo per la ripresa, o Recovery Found, è un fondo dal valore di 750 miliardi di euro introdotto dall’Unione Europea per la ripresa post pandemica, che ha una durata di sei anni, dal 2021 al 2026, e ha come fine quello di rilanciare l’economia degli Stati membri, rendendola più “green” e digitale.
I fondi saranno erogati attraverso 390 miliardi di euro di sovvenzioni e 360 miliardi di euro in prestiti a lunga durata che dovranno essere rimborsati entro il 2058.
Il PNRR italiano, prevede investimenti per un totale di circa 222,1 miliardi di euro: 191,5 miliardi di euro saranno finanziati dall’UE (122,6 miliardi sono prestiti e 68,9 miliardi sono a fondo perduto) e 30,6 miliardi di euro di risorse nazionali approvate tramite un fondo complementare.
I 191,5 miliardi di euro finanziati dall’UE saranno ripartiti in sei missioni:
- Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – 40,32 miliardi
- Rivoluzione verde e transizione ecologica – 59,47 miliardi
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile – 25,40 miliardi
- Istruzione e ricerca – 30,88 miliardi
- Inclusione e coesione – 19,81 miliardi
- Salute – 15,63 miliardi
Lo scopo delle missioni di tale piano (che potete approfondire tramite il seguente link https://italiadomani.gov.it/content/dam/sogei-ng/documenti/PNRR%20Aggiornato.pdf) è quello di favorire l’innovazione in chiave digitale, sostenendo l’infrastrutturazione del Paese e la trasformazione dei processi produttivi delle imprese; nonché di favorire la transizione verde del Paese puntando su energia prodotta da fonti rinnovabili, aumentando la resilienza ai cambiamenti climatici, sostenendo gli investimenti in ricerca e innovazione e incentivando il trasporto pubblico sostenibile; il tutto favorendo l’empowerment femminile e le prospettive occupazionali dei giovani, contrastando qualunque tipologia di discriminazione.
Come abbiamo ben capito, il primo obiettivo del PNRR è quello di riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, ma non è l’unico. Questo piano, allo stesso tempo, è una grande opportunità, soprattutto per l’Italia, per affrontare le proprie debolezze strutturali economiche, come: i divari territoriali, il basso tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro, la debole crescita della produttività, i ritardi nell’adeguamento delle competenze tecniche, nell’istruzione e nella ricerca. Infatti, per cercare di attutire questo divario territoriale, circa il 40% della quota sarà destinata ai paesi del Mezzogiorno.
In sostanza, questo piano nazionale traccia il percorso per un Paese più innovativo e digitalizzato, più rispettoso dell’ambiente, più aperto ai giovani e alle donne e più coeso territorialmente.