Riconoscerle e difendersi
L’attuale situazione nel mondo delle crypto
L’Huffington Post si è di recente espresso in merito ad alcuni consigli fondamentali da seguire al fine di evitare di essere truffati nel momento in cui si decida di avventurarsi nell’ampio mondo delle criptovalute. Per quanto emozionante e potenzialmente interessante possa essere addentrarsi in questa misteriosa avventura di scambio di denaro virtuale, dove i modi per guadagnare sono veramente molti, altrettanti sono i rischi ai quali prestare la dovuta attenzione. Spesso e volentieri, non sono presenti leggi o norme apposite che impediscano l’avviamento di trappole e meccanismi truffaldini: in Italia è stata la Consob a precisare più volte quali siano gli elementi caratteristici di un investimento, che per certi versi, tuttavia, non corrispondono alla realtà attuale dell’utilizzo delle crypto. Per i Bitcoin, ad esempio, non è necessario pubblicare nessun documento informativo che possa dettagliare informazioni sulla valuta digitale in uso.
In primo luogo, viene consigliato da numerosi Enti del settore e da realtà attive nel mondo dei pagamenti digitali, di operare con elementi di scambio virtuali che siano riconducibili a società commerciali aventi sede legale in Paesi con sistemi normativi all’avanguardia. Se una società di nostro interesse è giuridicamente riconoscibile, sarà più semplice in seguito ad un eventuale truffa, rivalersi grazie al sostegno delle autorità di riferimento, che potranno agevolmente procedere nel fornire tutela.
Ancora, viene raccomandata particolare attenzione all’utilizzo degli Utility Token: si tratta di una sorta di riconoscimento virtuale, che dia la possibilità a chiunque lo possieda, di ricevere un bene a titolo gratuito oppure oneroso: si tratta di una vera e propria legittimazione che permette al consumatore, anche nel più spiacevole dei casi, di rifarsi all’Articolo 35 del Codice del Consumo, che prevede che vengano garantite sia le clausole di diritto di recesso, che una vera e propria garanzia di chiara redazione del contratto posto in essere al momento dello scambio di criptovaluta.
Le più grandi problematiche attualmente presenti in tal senso, come si potrà capire, sono presenti proprio a livello giuridico: le criptovalute faticano ad avere una propria legittimazione legale sotto alcuni aspetti, ed a risentirne principalmente è proprio il consumatore, spesso ingenuamente attratto dalle “golose” opportunità di guadagno.
Un esempio noto: lo schema Ponzi
TrendOnline ci tiene a ribadire come sia ancora vivo e presentemente pericoloso un meccanismo, detto schema Ponzi, famigerato per la sua dannosità. Si tratta di un procedimento volto a illudere i malcapitati che investendo un determinato quantitativo di criptovalute nell’attività di piccole realtà, avranno modo di ottenere ritorni due, tre, o addirittura quattro volte superiori rispetto a quanto dato. Dal portale, viene affermato che l’idea generale sia quella di procedere secondo le seguenti fasi, qui reinterpretate per voi tramite un esempio semplice ed efficace:
- si inizia con l’individuare un soggetto, che per comodità chiameremo Bob, il quale accetti di stringere un affare con un proponente, avente Tom come nome di fantasia: viene pattuito che, investendo 100 Bitcoin, nel corso di sei anni sarà garantito a Bob un ritorno di 5 Bitcoin al mese;
- Bob, felice del suo ricavo fisso per così lungo tempo, si fida e versa 100 Bitcoin a Tom;
- Tom, ripete lo stesso meccanismo con altre 4 persone, guadagnando immediatamente un totale di 400 Bitcoin;
- dovendo Tom dare un corrispettivo totale a Bob di 360 Bitcoin, solo dopo l’ottenimento della quota da altre quattro persone, darà a Bob quanto dovuto: proprio quest’ultimo, sarà felice di quanto successo, e parlerà con fiducia di questa proposta contrattuale.
Lo stesso andrà gradualmente ad accadere per tutti gli altri quattro malcapitati ad eccezione di Bob: questi ultimi vedranno “retribuito” il loro investimento solo ed esclusivamente nel momento in cui Tom avrà truffato persone a sufficienza da avere in tasca il quantitativo da restituire ad un solo soggetto.
È proprio da qui che nasce il famigerato sistema piramidale: vengono promessi beni del valore estremamente elevato a basso costo. Man mano che le quote dei singoli partecipanti verranno pagate all’ideatore della truffa, andando a scalare, al raggiungimento del valore reale dell’oggetto dato, i partecipanti riceveranno il loro corrispettivo.
Immaginate che vi venga proposto l’acquisto dell’ultimo modello dello smartphone che da tempo desiderate: il suo prezzo, passa ipoteticamente dall’essere quello di 1000 €, a 400. Sarà solo dopo il coinvolgimento nel meccanismo da parte di tre persone, che il primo pagante, riceverà il cellulare.
E voi, cosa ne pensate? Siete mai rimasti intrappolati in un tranello del genere?
Elisa Bernardi