I risultati in termini di crescita degli utenti sono andati oltre le aspettative per il colosso dello streaming musicale, che però allo stesso tempo ha registrato una perdita netta maggiore rispetto alle previsioni. Questa cosa non è piaciuta a Wall Street.
Gli utenti attivi mensilmente sono cresciuti del 20%, passando da 365 a 456 milioni, 6 milioni in più rispetto alle stime presentate dalla compagnia di Daniel Ek.
Si tratta della crescita più significativa del 2022. Gli abbonati premium sono diventati all’incirca 195 milioni mentre gli utenti che hanno optato per un abbonamento gratuito sono intorno ai 273 milioni. L’obiettivo della società nata in Scandinavia è quello di portare gli abbonamenti premium oltre la soglia dei 200 milioni e registrare quindi un aumento del 10% entro un anno.
Questi numeri hanno portato Spotify a raggiungere i 3 miliardi di euro di fatturato nel terzo semestre del 2022 (+21% in più rispetto allo stesso periodo del 2021).
Ma allo stesso tempo è stato registrato un margine di profitto lordo del 24,7%, ossia due punti in meno rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno e al di sotto delle precedenti indicazioni dell’azienda.
Inoltre Spotify ha anche registrato una perdita operativa trimestrale di 228 milioni di euro, superiore alle proiezioni degli analisti di 168,6 milioni di euro.
La notizia è rimbalzata a Wall Street, dove il titolo è crollato.
Ma come si può spiegare questa circostanza così negativa?
“Adeguamento sfavorevole alle stime del periodo precedente per le passività dei titolari dei diritti e la scarsa crescita della pubblicità”.
“Questo è un primo indicatore delle preoccupazioni che le aziende hanno riguardo all’economia – ha detto il CEO di Spotify Daniel Ek – non siamo preoccupati a lungo termine, ma ha sicuramente un impatto su di noi nel breve termine e ha contribuito al raggiungimento del margine lordo che abbiamo avuto anche in questo trimestre”.
Dalle parole del CEO di Spotify possiamo capire che la musica sta diventato sempre più costosa in quanto il mercato delle pubblicità non da più garanzie come prima. Per questo motivo, Spotify spinge su podcasting e audiolibri.
A oggi ci sono 4,7 milioni di podcast disponibili sulla piattaforma, rispetto ai 4,4 milioni del trimestre precedente. E, nonostante questo non sia ancora una settore redditizio, la società sostiene di aver registrato una crescita a due cifre dalle sue entrate.
A cura di: Lorenzo Grassia