Cosa bisogna aspettarsi da un’attività finanziaria?
Quando un risparmiatore decide di compiere un’operazione finanziaria, cimentandosi in un’attività di investimento, lo fa per uno scopo ben preciso: ottenere un qualche profitto, inteso come “tornaconto economico”.
Questo viene chiamato attraverso una parola chiave “rendimento”, ovvero s’intende quel flusso totale (tenuto conto sia dei guadagni che delle perdite) generato da una determinata attività, espresso come frazione del suo prezzo. In altre parole, si tratta dell’utile prodotto dall’operazione di investimento, generalmente calcolato in forma percentuale.
Si prova a spiegare l’argomento attraverso un esempio numerico: si ipotizzi di comprare un titolo dal valore iniziale di 100 euro e di rivenderlo, che chiameremo montante, a 120 euro. Di conseguenza calcolare il rendimento dell’operazione sarà facile: (120-100)/100 = 20% .
Esistono diverse tipologie di rendimento:
- Sulle azioni, che misura l’incremento di un investimento, molto diffusa nel value investment.
- Sui dividendi, che mette in relazione il valore dei dividendi annuali di una società al valore delle azioni, operazione diffusa tra investitori che preferiscono trarre vantaggio dal pagamento regolare dei dividendi.
- Sui bond, che permette di misurare la rendita di un investitore sull’obbligazione.
Ma sulla base del concetto di rendimento, gli investitori su cosa dovranno basare le loro scelte finanziarie?
Dovranno basarsi sulle aspettative dell’operazione, attraverso il rendimento atteso, cioè quel valore che permette all’investitore di comprendere il comportamento futuro; e il rendimento reale o effettivo, cioè l’importo che l’attività ha guadagnato o perso in un determinato periodo.
Attenzione però, il valore atteso non va inteso come una “previsione di successo” o come una certezza assoluta, in quanto a rendimenti elevati corrispondono solitamente altrettanti rischi. È bene quindi, tenere in considerazione il rendimento, come una sorta di stima di un determinato arco temporale.
Daniela Palermo
