All’interno del nostro sistema economico il prezzo di un bene o di un servizio può subire una variazione da un momento all’altro: potrebbe diminuire, ma allo stesso tempo anche aumentare.
L’inflazione si ha quando si registra un aumento generalizzato dei prezzi nell’intera economia.
Ma cosa significa questo?
Significa che con un euro, oggi, si possono acquistare meno beni e servizi rispetto a quelli che si potevano acquistare nel passato. In parole più semplici, l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo.
Per misurare i prezzi a livello nazionale, si utilizza un paniere, ovvero l’insieme di beni e servizi rappresentativi degli effettivi consumi delle famiglie in un anno e si aggregano i prezzi su base mensile in un indice dei prezzi al consumo (IPC). La variazione percentuale anno su anno è il tasso d’inflazione annuale. Tale paniere, calcolato mensilmente dall’Eurostat, ha lo scopo di rispecchiare la spesa media annuale delle famiglie dell’area dell’euro e tiene conto di circa 700 tipologie di beni e servizi, tra i quali figurano:
– generi di uso quotidiano, come ad esempio gli alimenti e la benzina;
– beni durevoli, come ad esempio i capi d’abbigliamento, gli orologi, i computer e così via;
– servizi, come ad esempio le assicurazioni, gli affitti, l’estetica ecc.
Dunque, tutti i beni e servizi consumati dalle famiglie nel corso dell’anno sono rappresentati dal cosiddetto “paniere”. Ciascuna voce di spesa contenuta all’interno del paniere ha un prezzo, che può variare nel corso del tempo. Il tasso di inflazione sui dodici mesi corrisponde al prezzo del paniere totale in un determinato mese rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Facciamo un esempio pratico per rendere il tutto più comprensibile:
Supponiamo che il costo totale del paniere all’anno t0 sia di 15.000€ e all’anno t1, ovvero un anno dopo, sia di 15.450€. Il tasso di inflazione all’anno t1 sarà del 3%.
In parole povere, la traduzione di questo risultato significa che, l’anno successivo, per comprare la stessa tipologia di paniere devo pagare 450€ in più, il che significa che il valore della moneta è diminuito perché i prezzi sono aumentati.
Ma da cosa è causato questo aumento dei prezzi?
Ci sono diverse dinamiche che possono generare inflazione, tra cui:
- un aumento eccessivo della quantità di moneta immessa nel sistema economico;
- un rapido aumento globale della domanda di beni e servizi, in quanto se la domanda cresce più rapidamente dell’offerta i prezzi aumentano;
- l’aumento dei costi di produzione, pensiamo al prezzo di un bene importante come il petrolio, che viene usato per produrre molti altri prodotti.
Appare piuttosto evidente che è necessario proteggere i risparmi personali dall’inflazione, ma come possiamo farlo?
Molte persone erroneamente credono che lasciare la propria liquidità in banca significhi guadagnare denaro. In realtà, c’è da dire che ad oggi le banche offrono dei tassi d’interesse veramente minimi, che sono compresi tra lo 0,5 e il 2%, eccetto particolari vincoli; cifre che non permettono nemmeno di coprire la crescita annuale dell’inflazione, che nel 2021 è arrivata al 3,9%.
Pertanto, sarà veramente importante diversificare il proprio portafoglio e distribuire i propri risparmi in investimenti a basso rischio sul medio/lungo periodo, così da ottenere un interesse che mediamente è compreso tra il 4 e il 6% annuo, ma non vi preoccupate, di questo ne parleremo nei successivi articoli.