Che “musica” suona questo affare miliardario?
Un nuovo sound finanziario
È recentissima la notizia che Deezer, nata nel 2007 – ed attualmente la seconda più grande piattaforma di musica in streaming del mondo – farà il suo ingresso in Borsa, iniziando la sua avventura nella capitale francese, Parigi. Sono state di fatto confermate le indiscrezioni riferite dal Wall Street Journal: l’app musicale, avvierà questo suo nuovo percorso finanziario per mezzo di una SPAC.
Questione di “pubblico”
Musically ha rivelato come dietro a questa nuova avventura finanziaria, vi sia semplicemente un fallimento di un’indicazione strategica precedente: gli iscritti di tipo “diretto”, o più semplicemente, i singoli utenti di natura non aziendale che sottoscrivono un abbonamento al servizio di intrattenimento, sono cresciuti troppo poco nel corso del tempo. Si è passati dai 4,6 milioni di utenti attivi alla fine del 2019, a 5,5 alla fine del 2020, a loro volta aumentati sino a raggiungere quota 5,6 alla fine del 2021. Al contrario, i clienti business sono passati dall’essere 4,2 milioni nel 2019 sino al cambiamento avvenuto nel 2020, ove si è raggiunta quota 3,9: tale numero, non è poi più cambiato sino al 2021.
Riassumendo, nell’anno precedente al presente, si sono aggiunti solo 0,2 milioni di nuovi utenti, al contrario di Spotify, che ne ha guadagnati 25 milioni. Di conseguenza, anche i ricavi netti hanno subito delle variazioni, senza particolari picchi positivi: c’è stata una crescita, negli anni, estremamente lenta, con un aumento medio pari solo al 5,5%. Ancora una volta, confrontandolo con la streaming platform più famigerata – la quale è invece cresciuta del 22,7% in soli 365 giorni – si comprende facilmente come (e quanto) fosse vitale per Deezer, individuare una nuova fonte di guadagno.
Quali aspettative?
Tra gli obiettivi prospettati di questa azione strategica, vi è non solo un aumento dei guadagni e un’espansione dell’uso di Deezer in aree geografiche via via sempre più ampie: al contrario, come dichiarato dal CEO Jeronimo Folgueira si sta cercando, insieme ai partner (cui si rimanda al nostro Articolo, per capire chi siano) di riferimento, di replicare la strategia di Apple e Amazon. Si cercherà cioè di offrire un catalogo di opportunità per l’utente che non comprenda solo l’ascolto della canzone di per sé, bensì una serie di servizi e di prodotti – sempre collegati al mondo della musica – che possano permettere di soddisfare i bisogni di una moltitudine di acquirenti.