La consulta dichiara illegittima l’attribuzione automatica ai figli del cognome paterno; da adesso in poi quindi ai figli potrà essere assegnato il cognome di entrambi o solo quello della madre.
Nonostante la condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2014, nonostante una prima sentenza nel 2016 della Corte costituzionale, il Parlamento non aveva ancora allineato l’Italia agli altri paesi europei, superando la concezione patriarcale della famiglia.
Anni di battaglie delle donne finalmente trovano ascolto, ed ora Camera e Senato dovranno scrivere la disciplina di dettaglio.
Si ripartirà dai testi depositati in commissione Giustizia a Palazzo Madama, visto che disegni di legge sull’attribuzione del cognome erano comunque stati depositati da quasi tutti i partiti, ma bisognerà comunque far uscire un testo unificato.
Uno dei nodi più importanti da sciogliere è quello sulla retroattività della norma; sembra invece ci sia convergenza sui figli nati fuori dal matrimonio, a cui si applicherà la nuova norma in caso di riconoscimento da entrambi i genitori. Infine, per evitare che nella stessa famiglia vi siano fratelli e sorelle con cognomi diversi, le proposte precisano che i figli degli stessi genitori coniugati, nati successivamente e, quindi, registrati all’anagrafe dopo il primo figlio, portano lo stesso cognome di quest’ultimo. Lo stesso dovrebbe valere nel caso di più figli nati fuori dal matrimonio dagli stessi genitori.
Claudia Bellini